We find quite an uncommon Barbie in @mssolobarbie‘s account. Here the icon prototype of successful beauty is a normal girl, able to move (her eyes are, if necessary, now blue, now gray, black, cheerful, full of tears for no reason) and to be unhappy (someone said: she has something on her, kind of unhappiness)
It’s a muffled world in which Barbie lives, far away from the limelight; a full collection of 48 dolls is shown in elegant images where vibrant colours are softened by dim light. It’s a gallery full of details where Maria Soldi accompanies her delicate images with words both personal and borrowed. Barbie is shown to us in her everyday life. There’s nothing spectacular in what she does, but she is magical, like special people are. This Barbie is us.
She leads a normal life: goes to the supermarket and cooks homemade pasta, does laundry and goes to the swimming pool and loves being in contact with Nature (the wind ruffles her, with no other purpose than to blow) (and what in the foreground? Ah, whatever, as long as it’s a bird just passing in flight)
We scroll her daily life and her thoughts (every beginning as a matter of fact is a sequel; and the book of events is just half open) and her desire of living all the little things around her femininity (brooches, this or that comb, a twine so that I can say: I don’t regret anything)
Traces of the icon’s mundane aspects are still present, but we find the same attention when showing the pleasure of coming back home.
Mother consoling (why don’t you sleep, my love?), adolescent waiting (as I don’t know when dawn comes, I’ll keep open every door), woman in love (I have to shorten the distance) and determined (if someone is stepping on my feet or pricks me with a pin I feel nothing), fresh bride with traditional white dress (yes, I will) and very private person (no one knows what she does when at home). A soft vignette makes her world separated from ours.
Barbie crosses all the ages of life, without a chronological order. A gallery where “the right balance” is metaphorically between two birds’ weights and where freedom and initiative are shown with an “I fly alone“. What is here still of the Icon? Just a woman receiving flowers, but soon after we find her shining her husband’s footwear…
…sewing a hem, ironing or doing housework. The woman supposed to be an Icon looks in a mirror not to admire herself, but rather to clean it with a spray and catch that instant to reflect about the fact “each mirror gives me different news“.
She is still a bejeweled Barbie sometimes, but jewels are also the raindrops on the window glass (how light is this light in a raindrop). A melancholic beauty, she is not sure about her own loveliness (a face who didn’t know she could be lovely) as often happens to those who are naturally beautiful.
She does not spend her time facing a mirror to admire herself, but rather to love the beauty all around. In spite of all that, she is doubtful about living up to the world’s expectations of someone it deems beautiful. Barbie is a woman whose desires are both simple and deep. But she is aware that she is an icon and accepts her role: the world wants to find hope in a face.
Maria Soldi | @mssolobarbie is a 55 year old Italian photographer living in the north of the Country. As a child she never owned a Barbie, and her playmates didn’t have one. But having since met the famous doll, she has been cultivating a passion she was a little bit ashamed of, until a friend gave her the first Barbie at the age of 40. Since then Maria and Barbie have never left, and now that doll is part of a collection of 48. Maria has enjoyed shooting since she was 18, and the desire to take shots daily, combined with the lack of a model for portraits, made her decide to open an account dedicated to Barbie.
La vita segreta di Barbie
È una Barbie inconsueta quella che ci viene descritta da Maria Soldi nel suo account @mssolobarbie. L’icona prototipo del successo è una ragazza normale che si commuove (ha gli occhi se occorre ora azzurri, ora grigi, neri, allegri, senza motivo pieni di lacrime) e può essere infelice ( qualcuno diceva: ha qualcosa addosso, come una specie di infelicita’ ) . È un mondo ovattato e discreto quello in cui si muove Barbie, lontano dalle luci della ribalta. La collezione di 48 esemplari ci viene mostrata in eleganti immagini dove i colori vibranti sono attenuati dalla penombra. Una galleria piena di dettagli che Maria Soldi accompagna con pensieri propri o presi in prestito.
Barbie è raccontata nella sua quotidianità. Non vi è nulla di spettacolare in quello che fa, eppure è magica, come lo sono tutte le persone speciali: questa Barbie siamo noi. Barbie conduce una vita normale, va al supermercato e fa la pasta in casa, fa il bucato e va in piscina, ama essere in contatto con la natura ( il vento la scompiglia, senza altri motivi se non quello di soffiare ) ( e che cosa in primo piano? Ah, qualunque cosa, purché sia un uccello che stia giusto passando in volo).
Vediamo scorrere insieme alla sua vita quotidiana i suoi pensieri ( ogni inizio infatti è’ solo un seguito e il libro degli eventi è’ solo aperto a metà ) ed il desiderio di vivere tutte le piccole cose attorno alla propria femminilità ( spille, questo e quel pettine, uno spago perché io possa dire: non rimpiango nulla).
Sono ancora presenti gli aspetti mondani (mi metto le scarpe e arrivo) ma vi è altrettanta cura nel descrivere il piacere del ritorno tra le mura domestiche (finalmente a casa). Mamma che consola (non piangere- amore, perché non dormi?), adolescente in attesa (non sapendo quando l alba arriverà tengo aperta ogni porta), donna innamorata ( devo accorciare le distanze) e determinata (se qualcuno mi pesta i piedi o mi punge con uno spillo non sento niente ), fresca sposa col tradizionale abito bianco (si, lo voglio). Ma anche riservatissima (nessuno sa cosa faccia a casa).
Barbie attraversa tutte le età della vita, senza un ordine cronologico. Una galleria dove “il giusto equilibrio” e’ metaforicamente tra il peso di un uccellino e un altro, e dove la libertà e l’ iniziativa viene rappresentata con un “volo da sola” . Dell’icona qui rimane una donna che riceve dei fiori, ma la troviamo poco dopo a lucidare le scarpe del suo compagno (mi prendo cura delle tue scarpe) a cucire, stirare o fare le quotidiane pulizie di casa. Barbie si riflette in uno specchio non per ammirarsi ma mentre lo sta pulendo con uno spray e coglie quell’ istante per riflettere sul fatto che “ogni specchio ha per me notizie differenti“. È ancora una donna ingioiellata, a volte, ma gioielli diventano anche le gocce di pioggia sul vetro ( “quanto è leggero tutto questo in una goccia di pioggia “).
Una malinconica bellezza che non è sicura di se stessa (un viso che non sapeva di poter essere bello), come spesso accade a chi, pur essendo bella, non passa la vita davanti ad uno specchio ad ammirarsi ma piuttosto ammira la bellezza attorno a se’, e si chiede se ne è all ‘ altezza. Barbie è una donna dai desideri semplici e profondi. Ma consapevole di essere anche, per gli altri, un’icona, ne accetta il ruolo : il mondo vuole vedere la speranza sul viso.
Maria Soldi (@mssolobarbie) è una fotografa italiana di 55 anni. Vive in una cittadina dell’Italia Settentrionale e da bambina non ha mai avuto una Barbie, come del resto le sue compagne di gioco. Ma dal momento in cui ha incontrato, più tardi, la famosa bambola, ha coltivato una passione di cui un po’ si vergognava, fino a quando un amico non gliene ha regalata una all’età di 40 anni. Da quel momento in poi Maria e Barbie non si sono più lasciate, e adesso quella prima bambola fa parte di una collezione di 48 esemplari. Maria sin dall’età di 18 anni ama fare fotografie e la necessità di fotografare quotidianamente associata alla mancanza di modelle disponibili per ritratti ha fatto si che si decidesse a creare un account dedicato a Barbie.
About Author
- Since her childhood Valeria has been a storyteller: She used to invent musicals for puppets. Her parents would tease her as they perceived she magnified reality. What she liked was not to hide the truth but rather, to give more drama or beauty to the ordinary facts of her life. She wasn’t particularly fond of photography until October of 2013, when she created an account @_soulkitchen_ on Instagram, starting a diary of images. She is a contemplative, not interested in representing reality, but rather memories, desires, and the core of feminine beauty. If something captures her attention, or if she has an idea about, a story to tell, she immediately thinks of how to shift it from her imagination to an image.
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Just brilliant !
Thank you so very much Chris, glad you like our work!